Le numerose soppressioni di treni hanno provocato la reazione delle Regioni che chiedono a Trenitalia di
pagare le multe previste dai contratti di servizio.
I genitori esasperati si rivolgono alle autorità per denunciare la cancellazione dei servizi che non
permettono ai figli di andare a scuola.
I sindacati contestano sprechi, inefficienze e violazioni contrattuali proclamando azioni di sciopero in tutta
Italia.
E l’azienda cosa risponde?
Continua a produrre quantità incredibili di straordinario, a sopprimere i treni a violare contratti e accordi, ma
rilascia interviste agli organi di stampa che scaricano le colpe sull’assenteismo dei lavoratori.
Diffonde inverosimili lettere di denuncia di alcuni quadri aziendali contro le OOSS che lascerebbero i “ CPV
in pasto ai lavoratori per nascondere le proprie colpe o connivenze”.
Scarica le proprie incapacità sulle OOSS sostenendo che non hanno preparato i “lavoratori ignoranti pieni
di pregiudizi inculcati in modo negligente e maldestro”, utilizzandoli strumentalmente contro un sistema che
produrrebbe invece turni “regolari equi ed equilibrati”.
Comunica dati manipolati sullo straordinario e sui fabbisogni per nascondere gli sprechi.
Strumentalizza le proteste dei lavoratori per screditare l’azione del sindacato con i propri quadri,
dimenticandosi che proprio le OOSS hanno:
• impedito la chiusura unilaterale delle distribuzioni nei mesi passati;
• sostenuto ai tavoli che la gestione tradizionale dei turni produceva risultati migliori rispetto ai guai
generati da IVU;
• denunciato fin da subito che le inefficienze del sistema avrebbero prodotto tensioni eccessive tra
CPV e lavoratori;
• contestato l’emarginazione dei quadri che si erano dichiarati critici rispetto a IVU ed erano per
questo stati estromessi.
Oggi che le risposte nel merito non arrivano perché il fallimento è ormai chiaro, la dirigenza che ne è stata
responsabile non si assume le proprie responsabilità ma decide di buttare fango sul sindacato, che dalla
partenza dei turni IVU sul trasporto regionale ha semplicemente assolto al proprio ruolo, partecipando ai
tavoli e denunciando le violazioni degli accordi raggiunti.
A questo punto la mobilitazione e le denunce pubbliche sono rimaste l’unico strumento a disposizione.
Resta una domanda senza risposta: chi pagherà il conto?
Roma, 26 marzo 2012
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